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Malta, la vera culla del Mediterraneo

di ANTONIETTA MALITO

Fabrizio Romano è il diciottesimo Ambasciatore d’Italia a Malta dal 1964, anno che segna, per questo Paese, la dichiarazione d’indipendenza dall’Inghilterra e l’ingresso nel Commonwealth. La sua nomina coincide con un periodo particolarmente difficile per il mondo intero, colpito dalla pandemia da Covid-19. Tuttavia, oggi, l’attività economica maltese sta pian piano riprendendo forza.

Entrata nell’Unione Europea il 1° maggio 2004, Malta ha una superficie di 315,6 chilometri quadrati. Paese tra i meno estesi al mondo nonché Stato membro più piccolo dell’UE, dista appena 80 chilometri dalla Sicilia, 333 dalla Libia e 284 dalla Tunisia.

La sua posizione geografica ha attratto da sempre le più grandi civiltà mediterranee ed europee, tanto che nei secoli fu luogo d’incontro tra diversi popoli che qui hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio. In particolare, durante la dominazione inglese, i suoi porti diventarono frenetici negli scambi e nelle attività economiche.

In questa terra straordinariamente bella, la contaminazione culturale è evidente ovunque: nell’architettura, nella pittura, fra i siti archeologici più preziosi al mondo, dichiarati Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Per discutere del ruolo che oggi Malta riveste all’interno del Mediterraneo (Euro-Atlantico, ndr), volgendo anche lo sguardo all’Europa e al resto del mondo, abbiamo posto alcune domande all’ambasciatore Fabrizio Romano.

 – Ambasciatore, il Mediterraneo, culla di antiche civiltà e luogo di intense attività marittime commerciali, è sempre più al centro del confronto geopolitico e rivalità tra potenze. In questo scenario di grandi competizioni e interessi strategici, quale ruolo gioca l’Europa e quale l’America?

«Il Mediterraneo è in effetti un’area di rilevante valenza geopolitica, non è tuttavia il solo nelle dinamiche internazionali, soprattutto in questa fase. Ciò detto, è di chiara rilevanza per l’Italia, e per il continente europeo. Basti pensare alle conseguenze – solo per citare un esempio – degli sviluppi intercorsi nell’ultimo decennio in Libia, che hanno comportato l’affaccio sul Mediterraneo di attori particolarmente assertivi che, almeno negli ultimi decenni, non avevano manifestato aperti e diretti interessi in tale contesto. L’Italia e l’UE sono quindi chiamate a svolgere un ruolo più profilato proprio per queste ragioni».

– Quali stategie sarebbe opportuno che l’Unione Europea mettesse in atto per non perdere la sua leadership?

«L’UE sta rafforzando la propria politica di vicinato con la sponda sud, anche attraverso un rafforzamento delle relazioni politiche, economiche e commerciali con tutta una serie di Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, inteso – e questo è un punto rilevante – in senso “allargato”. È il caso di osservare che lo strumento NDICI (strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, ndr) prevede allocazioni dedicate al vicinato sud per circa 12 miliardi di euro da ripartire su diverse priorità di cooperazione».

– Quali Paesi d’Oriente e d’Occidente ritiene giocheranno un ruolo determinante nel Mediterraneo nei prossimi anni e perché?

«Personalmente, fermo restando che uno dei compiti della diplomazia è quello di elaborare scenari sulla base di un’analisi del presente e del passato, eviterei di prospettare possibili evoluzioni future in un contesto complesso, volatile, imprevedibile come quello del Mediterraneo. Poco più di un decennio fa, per fare un esempio, pochi fra gli analisti potevano immaginare le dinamiche presenti. Si potrebbe osservare – è ovviamente una mia opinione – che gli attori attualmente attivi saranno quelli con i quali si dovrà continuare a interloquire».

– In che modo le ondate migratorie e le minacce terroristiche stanno incidendo sullo sviluppo economico e sociale dell’Occidente?

«Come ogni persona che segue la realtà delle relazioni internazionali può facilmente rendersi conto, tali temi costituiscono gli ordini del giorno dei lavori nei principali fori competenti. Si tratta infatti di fenomeni largamente attenzionati da Governi, analisti, e dagli stessi media del settore».

– In che modo Malta sta gestendo i flussi migratori e quali misure sta adottando per ridurre gli arrivi irregolari?

«Fermo restando che la politica di gestione degli stessi, per quanto di competenza maltese, è materia sovrana di Valletta, dal nostro punto di vista si assiste a una comprensibilmente significativa attenzione nei confronti di tali fenomeni, condivisa con quella italiana e alcuni Paesi europei rivieraschi. Vi è una comune consapevolezza che il tema vada prioritariamente affrontato nel quadro della normativa internazionale – consuetudinaria e pattizia – ed europea, e alla luce delle determinazioni delle Istituzioni dell’UE».

– Lei è nato in Toscana, terra che ha dato i natali al sommo poeta Dante Alighieri. In che modo sta promuovendo la cultura italiana a Malta e, tramite questa, nel Mediterraneo?

«E non solo a Dante. La lista dei toscani che da secoli fanno parlare dell’Italia nel mondo sarebbe molto lunga. Celebrazioni dantesche a parte, che peraltro sono state numerose qui a Malta, il nostro Istituto di Cultura ha finora contribuito in maniera eccellente alla diffusione della nostra qui apprezzatissima cultura e, anche nell’auspicio di un superamento dei limiti imposti della pandemia, continuerà a farlo con ancora maggiore impegno».

– Parliamo di promozione economica, in termini di scambi commerciali, accordi, partnership, investimenti. Quali sono le principali attività di cooperazione tra Italia e Malta e quali i settori trainanti e le ricadute sul Mare Nostrum?

«Con Malta, dove l’Italia è il primo partner, condividiamo un ventaglio di collaborazioni nel settore che tocca praticamente tutti i volets economici, commerciali e finanziari. Difficile elaborare una gerarchia, anche se va detto che attualmente i campi sui quali sembrano concentrarsi i maggiori interessi attengono all’agroalimentare, all’energetico, alla promozione degli investimenti di piccole e medie imprese,  con formule e soluzioni anche innovative,  e al turismo. Le ricadute di un incremento di tali già attive dinamiche attengono, com’è facile dedurre, a una crescente interazione delle nostre economie rafforzando la gestione comune delle dinamiche nell’area».

– Ha alle spalle una lunga carriera diplomatica, che l’ha portata a rappresentare l’Italia anche in Georgia e in Ucraina. C’è stato in quegli anni un evento storico-politico che l’ha coinvolta particolarmente e/o che le sembra ancora oggi abbia forti ricadute?

«Molti, più di uno. Cito soltanto la Rivoluzione delle Rose in Georgia e le Maidan in Ucraina, i cui sviluppi, specie di queste ultime, stanno continuando ad avere un vigoroso impatto sulle agende diplomatiche delle maggiori potenze internazionali».

– Suo padre è stato un addetto militare a Mosca. Lei, fra le numerose cariche che ha ricoperto, è stato anche Consigliere Diplomatico nel settore della Difesa occupandosi della formazione degli ufficiali italiani e stranieri dei Paesi amici e di geopolitica. È ancora attuale il detto latino Si vis pacem para bellum? O l’inclusione, il dialogo, la diplomazia, sono l’unica via percorribile per la pace tra i popoli?

«La mia opinione è che non si tratti di dinamiche scollegate».

Il Mediterraneo, dunque, pur mantenendo ancora oggi la rilevanza geopolitica che gli appartiene da sempre, rappresenta un contesto in cui è difficile fare previsioni sui possibili futuri scenari. La pandemia da coronavirus, la crisi economica che ne è derivata, i crescenti flussi migratori che quotidianamento attraversano il Mare Nostrum, la paura incombente del terrorismo non fanno che accentuare l’incertezza per il futuro.

A pochi giorni dalla sua nomina ad Ambasciatore d’Italia a Malta, Romano ha dichiarato di volersi impegnare – proseguendo la strada intrapresa dai suoi predecessori – “per fare dell’Ambasciata d’Italia un centro propulsivo del sistema Paese” nel contesto mediterraneo. ®

IL NOSTRO AMBASCIATORE

A MALTA, FABRIZIO ROMANO

Da gennaio 2021, Fabrizio Romano è il nuovo Ambasciatore italiano a Malta. Nato a Pisa il 6 gennaio 1959, è laureato in Giurisprudenza. La sua carriera diplomatica inizia nel 1987, presso l’Unità di Crisi del Ministero degli affari esteri. Nel 1992, a Mosca (Russia occidentale), è Primo Segretario dell’Ambasciata d’Italia, Federazione Russa. Nel 2000 è Primo Consigliere all’Ambasciata d’Italia a Berlino (Germania).

Seguono, nel 2003, la nomina di Ambasciatore d’Italia a Tbilisi (Georgia) e, quattro anni dopo, quella di Capo Ufficio per l’Iran e i Paesi della Penisola arabica alla Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Nel 2008 è Capo dell’Unità di Crisi della Farnesina e, dal 2012, è Ambasciatore d’Italia a Kiev (Ucraina). A Roma viene nominato Consigliere per gli Affari Internazionali al Ministero della Difesa presso il Casd (Centro Alti Studi per la Difesa). Destinatario del prestigioso Premio “Guido Carli 2011”, riservato alle eccellenze italiane, Romano è anche Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica.

Dal suo arrivo a Malta, il diplomatico e sua moglie, la musicista argentina Nancy Milesis, risiedono a Floriana, sede ufficiale dell’Ambasciata.

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